Concordia, lo Stato chiede 37 milioni Costa Crociere ammessa parte civile

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Saranno 250 le parti civili al processo sul naufragio della nave Costa Concordia, che il 13 gennaio 2012 fece 32 vittime, almeno 150 feriti e lasciò ingenti danni materiali e morali. Tra queste anche Costa Crociere, la compagnia di navigazione sulla quale si ritaglia adesso un ruolo “double face” verso il futuro processo: Costa infatti non solo ci sarà chiedendo i danni agli imputati per la perdita della nave e i mancati guadagni. Ma ci sarà anche perché chiamata a rispondere in sede penale dei danni causati da suoi dipendenti come `responsabile civile´. Un ruolo doppio, e per certi versi opposto, frutto di decisioni, giuridicamente possibili, del giudice dell’udienza preliminare Pietro Molino, accogliendo le richieste delle parti. E che si somma al già avvenuto patteggiamento in base a cui Costa dovrà pagare un milione di euro.

Non sono mancate polemiche. «È ridicolo che Costa Crociere chieda di essere parte civile nel processo per la perdita della nave», ha detto al mattino l’avvocato Francesco Pepe del collegio difensivo di Schettino, mostrando un documento americano. «Un danno – ha spiegato – già risarcito dalle assicurazioni con 500 milioni di dollari, circa 380-390 milioni di euro, nel maggio 2012», ha reso noto Pepe mostrando un documento dell’authority americana United States Securities and Exchange Commission. Documento circolato fra gli avvocati dell’ udienza preliminare tutto il giorno. I primi a parlarne sono stati quelli del pool “Giustizia per la Concordia”, 30 legali che assistono 100 naufraghi. Poi il capo dell’ufficio legale di Costa, Alessandro Carella, ha spiegato: «È vero. La compagnia è stata risarcita dalle assicurazioni della perdita della nave», ma «il fatto che chiediamo di costituirci parte civile è dovuto ad una questione tecnica per una specifica del contratto secondo cui finché l’assicuratore non chiederà all’assicurato, in questo caso noi, di ottenere il pagamento dei danni, tocca alla società assicurata agire in giudizio. Non ci sarà un doppio rimborso: eventualmente le somme recuperate verranno restituite alla Compagnia assicuratrice».

Quanto alla citazione di Costa a “responsabile civile”, la circostanza blocca l’udienza preliminare per quasi un mese, visto che andranno fatte delle nuove notifiche: il gup ha rinviato le parti a ripresentarsi il prossimo 14 maggio.

Ad ogni modo il processo sulla Costa Concordia si va a definire con i primi tasselli. Il gup Molino ha reso note le parti civili: ci sono tutti i naufraghi che lo hanno chiesto, sia i superstiti che i parenti delle vittime. Mentre per lo Stato – che con l’Avvocatura ha stimato al solo 30 aprile 2012 oltre 37 milioni di danni subiti – sono parti civili la Presidenza del Consiglio dei Ministri (danno all’immagine dell’Italia), e i ministeri di Difesa, Interni, Infrastrutture e Economia più il Commissariato per l’emergenza ambientale al Giglio. Non è invece ammesso il ministero dell’Ambiente: i reati ambientali sono `scivolati´ in un’inchiesta-bis per la quale la procura ha chiesto una proroga delle indagini, perciò sembra questo il procedimento adatto alle rivendicazioni di questo dicastero. Inoltre, sempre fra le parti civili, sono `fuori´ le associazioni ambientaliste Enpa e Wwf. Dentro il processo, invece, un po’ a sorpresa, il Codacons, che chiede 10 milioni di danni. Tra gli enti pubblici il Comune del Giglio (80 milioni calcolati anche sul danno di immagine internazionale: «Il Giglio viene riconosciuto comunità gravemente danneggiata», ha commentato il sindaco Sergio Ortelli); la Regione Toscana; la Provincia e la Camera di commercio di Grosseto. Parte civile anche un indagato la cui posizione sta per essere formalmente archiviata: è l’ufficiale a bordo della Concordia Salvatore Ursino.

È ancora presto invece per sapere se i sei indagati per cui la procura vuole il rinvio a giudizio chiederanno riti alternativi. I difensori aspettano le prossime fasi dell’udienza preliminare prima di sbilanciarsi. In aula c’era anche oggi – seconda giornata di udienza – il comandante Francesco Schettino. C’era «per metterci la faccia», come ha detto lui stesso stamani prima di andare in aula. Nel pomeriggio lasciando il teatro Moderno ha solo detto ai giornalisti: «Non ce l’ho con voi, non ce l’ho con nessuno, voi fate il vostro lavoro. Buon lavoro».

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