Costa Concordia , potrebbe dover restare un anno al Giglio

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ISOLA DEL GIGLIO, Grosseto (Reuters) – La nave Costa Concordia potrebbe dover restare fino a un anno semiaffondata e inclinata a pochi metri dall’isola del Giglio, una previsione che allunga un’ombra sulla stagione della località turistica e sui timori di un possibile inquinamento dell’area marina protetta.

E che potrebbe spingere gli abitanti e gli operatori del Giglio a ingrossare le fila di chi chiede un risarcimento.

La tempistica per la rimozione della giganetesca nave da crociera è stata fornita oggi dal commissario all’emergenza Franco Gabrielli, nel giorno in cui sono state sospese le ricerche sul Concordia a causa dei movimenti registrati dallo scafo per il mare grosso e il vento.

“Allo stato dell’arte, per quel che riguarda la rimozione del relitto, – ha detto Gabrielli – la Costa sta predisponendo il capitolato su quel che vuol fare di questa nave. Il capitolato verrà rivolto alle poche società al mondo specializzate in questo settore, che presenteranno i loro progetti. E Costa ne sceglierà uno”.

“Solo per questi passaggi non ci vorranno meno di due mesi. Da questa data, si dovrà passare alla fase di esecuzione dei lavori, che va da 7 a 10 mesi”.

Le due possibilità sono: o la “demolizione” in loco, o la rimessa in asse della nave, che verrebbe poi trainata altrove.

Sulla nave allo stato ci sono quasi 2.400 tonnellate di carburante e olii vari, oltre a un’altra quantità di possibili inquinanti: cloro, vernici, detersivi, derrate alimentari che marciranno.

Attorno al Concordia è stata stesa una rete di panne per delimitare lo specchio marino attorno alla nave e la società specializzata olandese Smit è sul posto per dar via alle operazioni di estrazione del carburante. Operazioni al momento sospese, come le ricerche dei soccorritori all’interno dello scafo, per le cattive condizioni del mare e lo spostamento di circa 4 centimetri registrato oggi dalla nave (su una media precedente di un millimetro).

IL RISCHIO CONTAMINAZIONE. I TIMORI DEGLI ABITANTI

“L’unico obiettivo è che il naufragio del Concordia non si trasformi in una forte contaminazione dell’ambiente – ha ribadito Gabrielli – Visto che la nave potrebbe rimanere un anno, ho chiesto al comitato scientifico di studiare tutte le soluzioni possibili perché la contaminazione non ci sia, o che sia la minore possibile”.

“L’interesse è che il relitto venga rimosso nel modo più indolore possibile”.

Qualche preoccupazione in più l’ha manifestata però Paolo Fanciulli, titolare dell’Hotel Bahamas, dove peraltro si svolgono le conferenze stampa della Protezione Civile.

“Per la prossima estate temo un calo drastico delle presenze – ha detto – Anche per i problemi di ingresso al porto dei traghetti”.

Apparendo poco consolato dalla considerazione fatta da Gabrielli durante il briefing, quando ha dichiarato di ritenere che “la presenza di questa nave creerà forse qualche problema al turismo, ma questa nave qua, calamiterà qui il mondo intero”.

SPOSTAMENTO NAVE, MOTO ONDOSO E FUORIUSCITA MATERIALI

A destare preoccupazione in queste ore sono anche le condizioni del mare e del vento, sia per i ritardi che possono imporre alle operazioni di estrazione del carburante, sia per la stabilità della nave che poggia saldamente sugli scogli ma sotto la cui prua ha acque più profonde, sia perché il moto ondoso potrebbe far uscire materiali inquinanti dai varchi aperti nello scafo per le ricerche.

E se l’ammiraglio delle Capitanerie di Porto Ilarione Dell’Anna dice che “fra 48 ore le condizioni meteo potrebbero migliorare”, il professor Riccardo Fanti dell’Università di Firenze — che coordina le autorità scientifiche che monitorano la stabilità della nave — , dopo aver assicurato che lo spostamento della prua che oggi ha fatto interrompere tutte le operazioni “è ora rientrato su valori più bassi, sui 2-3 millimetri” e che “siamo molto lontani dai valori di deformazione”, ha infine ammesso che “è possibile che cambi di marea facciano uscire dei materiali”.

LE QUANTITA’ DEL CARBURANTE

Oggi Gabrielli ha anche fornito le cifre esatte del numero di serbatoi all’interno della nave e della quantità di carburante presente, espresse non in tonnellate ma in metri cubi.

“Di cosa stiamo parlando? – ha detto Gabrielli riferendosi all’operazione di estrazione delo “fuel” – Di una operazione che ha ad oggetto 15 serbatoi, per un totale di 28 giornate lavorative. I primi 6 serbatoi si stima contengano il 67,6% dell’intero carico di carburante e di diesel, cioè 1.518 metri cubi, poi ci sono ulteriori 9 serbatoi per circa 377 metri cubi. I 15 serbatoi contengono in tutto l’84% tutto materiale”.

“Poi c’è una parte che attiene alla sala macchine, che dovrà essere esplorata nel momenhto in cui i i tecnici potranno andarci, e che contiene altri 348 metri cubi materiale.

IL BILANCIO DELLE VITTIME

Ieri i sommozzottari hanno recuperato all’interno del Concordia la 17esima vittima, si tratta di una donna, un membro dell’equipaggio già identificato. Restano quindi ancora 16 dispersi, numero che include un cadavere ancora non identificato.

“Ragionevolmemnte ritengo che 32 vittime sia il tetto massimo di questo triste bilancio”, ha detto oggi Gabrielli. L’unica residua possibile incertezza resta sull’eventualità di una al momento improbabile imprecisione sulla lista passeggeri, ha spiegato, aggiungendo che finora, nei riscontri fra ritrovamenti di corpi ed elenco nomi si è sempre rivelata esatta. — Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano

da: Reuters.it

 

Da Terni riportano al Giglio le coperte lavate
Sono tornati sull’isola dopo quella tragica notte del 13 gennaio, con loro le coperte pulite e lavate, le stesse che dopo la tragedia i Gigliesi hanno messo loro a disposizione: Sono Maria Cristina Meduri e Fabio Molinari, 45 e 50 anni, di Terni, erano sulla Concordia e, dopo 15 giorni, sono tornati all’Isola del Giglio. “Ci sembrava giusto ringraziare queste persone, riportare le loro cose”. Sono sbarcati stamani alle 10,30, senza clamore, cercando di restare nell’ombra. Hanno subito cercato i vigili urbani per restituire a loro le coperte.

Sulla Concordia erano saliti lo stesso giorno del naufragio, a Civitavecchia, “era il nostro viaggio di nozze” spiega Maria Cristina, “ci siamo sposati ad agosto”. “In effetti e’ stato un viaggio di nozze molto breve” sorride Fabio che non riesce a distogliere gli occhi dal relitto fermo sugli scogli e pensa a voce alta che “se qualcuno avesse dato subito l’ordine di evacuazione, se non avessero atteso un’ora e mezzo, tutti si sarebbero salvati”. Fabio vorrebbe tornare in Crociera ma la sua sposa non ne vuole proprio sapere”

da: Rainews24

 

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