Costa Concordia, Schettino in aula

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Costa Concordia, Schettino in aula E un naufrago gli stringe la mano

L’ex comandante: «La verità deve essere appurata»

ImmagineC’è anche l’ex comandante Francesco Schettino al Teatro Moderno di Grosseto – trasformato in un tribunale – per l’incidente probatorio sulla scatola nera della nave Costa Concordia, naufragata il 13 gennaio scorso davanti all’isola del Giglio. Una tragedia in cui morirono 32 persone e per cui Schettino è indagato insieme con altri otto tra membri dell’equipaggio e responsabili dell’unità di crisi Costa. L’udienza è iniziata intorno alle 10.20 (era prevista per le 9) con l’ingresso in aula del gip Valeria Montesarchio. Schettino ha utilizzato un’entrata secondaria per evitare l’assalto di giornalisti e fotografi.
L’UDIENZA – Oltre all’ex comandante, sono presenti anche altri indagati: il suo vice Ciro Ambrosio, l’ufficiale Salvatore Ursino e il responsabile dell’Unità di crisi della flotta di Costa Crociere, Roberto Ferrarini. Tutti sono assistiti dai loro legali e consulenti. Programma della giornata: la maxi perizia sulla scatola nera. Previsti anche gli interventi delle parti, della Procura, dei legali delle persone offese e dei difensori degli indagati.
ECCEZIONI RESPINTE – Il difensore di Schettino, Bruno Leporatti, ha sollevato alcune eccezioni. L’avvocato ha chiesto di estendere l’incidente probatorio sulla nave Costa Concordia al timoniere che, secondo la maxiperizia, non comprese un suo ordine di virata mentre veniva eseguito l’inchino davanti all’Isola del Giglio. Sempre la difesa di Schettino ha lamentato l’impossibilità di effettuare sopralluoghi sulla nave Concordia considerando che i luoghi sono stati modificati per l’operazione di rimozione del relitto. L’avvocato Leporatti ha sottolineato che in questo modo può utilizzare per la difesa di Schettino solo gli elementi di prova prodotti dall’indagine della Procura di Grosseto, che però ora sono irripetibili proprio a causa dei lavori per portare via il relitto.
Dopo una camera di consiglio di circa un’ora e mezza, il gip Montesarchio ha però respinto tutte le richieste e tutte le eccezioni avanzate dai legali delle parti, a cominciare da quelle dell’avvocato Leporatti per conto di Schettino. Pertanto l’udienza è ripresa con l’illustrazione della maxi perizia da parte del collegio dei periti, tra cui ha iniziato a parlare l’ammiraglio Cavo Dragone.
ECCEZIONI RESPINTE – Il difensore di Schettino, Bruno Leporatti, ha sollevato alcune eccezioni. L’avvocato ha chiesto di estendere l’incidente probatorio sulla nave Costa Concordia al timoniere che, secondo la maxiperizia, non comprese un suo ordine di virata mentre veniva eseguito l’inchino davanti all’Isola del Giglio. Sempre la difesa di Schettino ha lamentato l’impossibilità di effettuare sopralluoghi sulla nave Concordia considerando che i luoghi sono stati modificati per l’operazione di rimozione del relitto. L’avvocato Leporatti ha sottolineato che in questo modo può utilizzare per la difesa di Schettino solo gli elementi di prova prodotti dall’indagine della Procura di Grosseto, che però ora sono irripetibili proprio a causa dei lavori per portare via il relitto.
Dopo una camera di consiglio di circa un’ora e mezza, il gip Montesarchio ha però respinto tutte le richieste e tutte le eccezioni avanzate dai legali delle parti, a cominciare da quelle dell’avvocato Leporatti per conto di Schettino. Pertanto l’udienza è ripresa con l’illustrazione della maxi perizia da parte del collegio dei periti, tra cui ha iniziato a parlare l’ammiraglio Cavo Dragone.

da:corriere.it

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