MSC Crociere – le prossime navi saranno più larghe

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Genova Nuove navi, più larghe di quelle attuali per aumentare gli spazi disponibili a bordo, e confronto aperto fra i costruttori europei, fra cui anche Fincantieri, per affidare il quarto gruppo di “prototipi” di Msc Crociere. Nonostante la crisi internazionale, ancor più della tragedia della “Concordia” che pare già digerita dal mercato, induca alla riflessione, Msc non smette di pensare alla sua crescita. Cogliendo ogni possibile occasione. Anche la crisi libica, infatti, ha aiutato il gruppo che fa capo all’armatore sorrentino Gianluigi Aponte ad accelerare i piani di sviluppo. Il prossimo anno, Msc Crociere entrerà in possesso di “Preziosa”, quarta e ultima unità della classe “Fantasia”, quella delle ammiraglie da 140mila tonnellate di stazza lorda. «Il piano industriale prevedeva già una quarta unità di questa classe — conferma il managing director della compagnia Domenico Pellegrino — Quando si è presentata l’occasione di rilevare la nave che era stata inizialmente ordinata dal governo libico ai cantieri francesi abbiamo colto l’occasione, investendo comunque nell’operazione 600 milioni di euro ». Stazza e progetto, infatti, ricalcavano l’impianto di navi che Msc aveva affidato a Chantiers de l’Atlantique, lo stabilimento di Saint Nazaire, nel nord della Francia, che ha firmato quasi per intero il piano di crescita della compagnia. “Preziosa”, che sarà consegnata a marzo

2013, sarà la tredicesima unità della flotta, la più giovane in servizio fra i grandi competitor mondiali, e andrà a completare il piano industriale lanciato nel 2000 e che ha visto entrare in esercizio quattro prototipi della classe “Lirica”, quattro della “Musica” e quattro della “Fantasia”. E adesso? «Siamo pronti a ridisegnare le nostre strategie — chiarisce Pellegrino — Anche se questo è il momento della riflessione, ci stiamo già preparando a un quarto gruppo di prototipi ». Navi differenti rispetto a quelle a cui ci siamo abituati in questi anni, che cambieranno la loro struttura più in larghezza che in lunghezza, per aumentare ulteriormente gli spazi di cabine e saloni. Anche sul cantiere di costruzione la partita pare aperta. Il lungo rapporto di collaborazione fra Msc e Chantiers de l’Atlantique (nel frattempo diventati Stx France, di proprietà coreana) dovrebbe continuare. Ma, avverte Pellegrino, «il mercato della cantieristica oggi è più libero rispetto al passato», riferendosi alla situazione di Fincantieri, che potrebbe quindi tornare in gioco anche con Msc. Di certo, la compagnia continuerà a presidiare i suoi mercati di riferimento, aprendosi però a nuovi itinerari. «Siamo nel Mediterraneo e poi, storicamente, in Africa, in Sud America, dove porteremo una nave della classe Fantasia, nei Caraibi Occidentali e in Mar Rosso, che per noi rappresenta una novità assoluta. E a cavallo fra il 2012 e il 2013 arriveremo anche alle Antille Francesi». Nessuna pausa, quindi, nonostante la crisi internazionale non aiuti certo il mercato delle crociere. «Stiamo oggettivamente passando un periodo particolare per questo business che da quindici anni è di fatto il treno della crescita del turismo italiano – spiega Pellegrino – Le statistiche ci dicono che il mercato delle crociere è aumentato fino alla fine del 2011 del 200 per cento in Europa e del 60 in Nord America. La tragedia del Giglio ha avuto indubbiamente i suoi effetti, anche se questi paiono ormai esauriti e superati, ma il vero scoglio ora è rappresentato dalla crisi internazionale che riduce drammaticamente i margini di profitto in un contesto invece in cui i costi sono lievitati, a cominciare dal bunker». Il rischio, riflette il manager, è che in questo contesto possa affievolirsi l’appeal dell’Europa, che fino a oggi è stata il fulcro dello sviluppo internazionale. E in uno scenario di questo tipo anche l’impegno delle compagnie non europee potrebbe diminuire. «L’Italia ha confermato la sua leadership in Europa e deve mantenere questa sua posizione – chiude Pellegrino – Noi ci siamo inizialmente difesi in questa fase, ma non vogliamo rinunciare a crescere. Siamo il player più giovane, un’azienda totalmente privata che ha avuto sempre la possibilità di decidere in fretta, in piena autonomia. Ma abbiamo fatto i conti anche con la nostra storia, con la nostra tradizione, non siamo una start up decisa a tavolino. Abbiamo messo in campo un sapere antico, nello shipping. Non avremmo potuto crescere così tanto e così in fretta, altrimenti». Qui sopra, Gianluigi Aponte, numero uno del gruppo Msc A lato, una nave da crociera

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