Un sogno chiamato Queen Elisabeth

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Un sogno chiamato Queen Elisabeth

Il cinema, diceva “il maestro”, è la fabbrica dei sogni. Non penso sia esagerato parlare della cantieristica navale con gli stessi termini: se una crociera è una porta attraverso la quale un sogno diventa realtà, cosa più della nave può essere considerato un sogno?

Alla vigilia del battesimo di una nave, in noi appassionati croceristi, nasce una sorta di curiosità, stupore, meraviglia; le stesse emozioni caratteristiche dei nostri sogni.

 

E quando domenica verrà ufficialmente inaugurata la “Queen Elisabeth”, saremo particolarmente emozionati, perché si tratta di una nave speciale. Speciale perché fa parte del gruppo storico Cunard, ora gestito dalla compagnia americana Carnival, ma operante con una propria identità; la stessa che per tanti anni ha contraddistinto questa compagnia di navigazione, orientata verso un mercato di nicchia, con un occhio di riguardo alle destinazioni e alla ricercatezza delle proprie unità.

 

Riguardo alle destinazioni, l’attenzione del gruppo è rivolta principalmente alle traversate oceaniche e ai giri del mondo; viaggi tipici dei decenni passati.

Riguardo alla ricercatezza delle navi, troviamo in questa unità, apparentemente similare alle navi Costa di classe Luminosa, espliciti richiami al passato: l’austera livrea nera, gli ambienti interni di gran classe, arredati da ampie scalinate coreografiche (ma quanto è bello l’atrio), punti luce artificiali composti da ampie vetrate policrome, lampadari prevalentemente adornati da fili di cristalli, ritratti regali, calde tonalità dei colori dell’arredamento.

Una nave di gran classe dunque; com’è l’obiettivo della compagnia: far rivivere le emozioni di quei tempi, quando andar per mare era considerato un lusso per pochi.

Ma vogliamo dimenticare la “fabbrica di questo sogno”? Mai! Anche perché parliamo di Fincantieri, azienda italiana leader nel mondo, famosa per aver costruito meravigliosi gioielli operanti nei sette mari, ognuno dei quali racchiude il nostro bagaglio di esperienza, capacità e bravura. Bagaglio di cui noi italiani spesso ci dimentichiamo, ma è sempre lì, ben visibile a tutti.

E il risultato di questa unità, incontro fra la classicità inglese di Cunard e la creatività italiana di Fincantieri, è eccellente; benvenuta nei nostri mari, Queen Elisabeth!

Articolo di Marco Collaboratore di Liveboat

Foto Cunard

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