Effetto Naufragio , stop della Costa Crociere alle commesse

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La Società sospende i nuovi ordini: si teme il rallentamento del settore crocieristico

Costa Crociere avrebbe deciso di «sospendere» le commesse di nuove navi, sia quelle con le insegne della compagnia, sia quelle della controllata Aida Cruises.
La flotta della Costa vedrà a breve l’entrata in servizio della Costa Fascinosa, costruita sugli scali Fincantieri di Marghera: la nave, gemella evoluta della «Concordia» (114.500 tonnellate, 3.800 passeggeri), riceverà il battesimo del mare il 6 maggio, a Savona. La società ha però annullato tutti i festeggiamenti di corollario.

Il portafoglio ordini vede poi un contratto già siglato con Fincantieri Marghera per una nuova ammiraglia, evoluzione della «Concordia», 132.500 tonnellate per 4.900 passeggeri, consegna che era prevista nell’ottobre 2014. Termine che sarebbe appunto destinato ad essere rivisto (in predicato anche l’opzione su una gemella). Un ripensamento che la proprietà, Carnival Corp., avrebbe maturato anche sugli ordini Aida per due navi da 125.000 tonnellate e 3.250 passeggeri siglati con i cantieri giapponesi Mitsubishi Heavy Industries, con consegne in programma nel 2015 e 2016.

La decisione – non ancora formalizzata – non significherebbe annullamento delle commesse, ma provvisorio «congelamento» (un posticipo dei vari?) e appare del tutto normale e prudente, in previsione di un probabile prossimo rallentamento del settore (cui guardano, naturalmente, anche gli altri armatori) e delle possibili ricadute finanziarie sul gruppo del «caso Concordia».

Un naufragio terribile. Soprattutto sotto il profilo dell’immagine. E ancora tutto da valutare. Fonti interne alla Costa riportano che non vi sarebbe stato alcun crollo di prenotazioni. Un calo, sì, ma ben lontano dalle peggiori ipotesi. Calo che potrebbe anche essere legato più strettamente alla crisi economica anziché al dramma del Giglio. È vero anche, però, che una comparazione con i flussi dello stesso periodo del 2011 potrebbe fuorviare: lo scorso inverno le prenotazioni delle crociere avevano subito una forte battuta d’arresto a causa della «primavera araba».

È possibile che il flusso delle prenotazioni risenta anche dell’esposizione mediatica del «caso Concordia». Un rapporto inversamente proporzionale: più se ne parla – per di più in modo spesso sensazionalistico e distorto – e peggio è per la compagnia (che si chiama fuori da qualsiasi responsabilità nel sinistro). A pesare è anche la presenza della nave ferita, testimone muto della tragedia. I vertici della Costa stanno lavorando insieme ai tecnici della casa madre americana, alla sua rimozione. Prima si farà, e meglio sarà – a cominciare dalla tutela dell’ambiente – per tutti. Sotto questo profilo, una delle ipotesi di recupero più gettonata dalla società sarebbe quella dei palloni gonfiabili. Quanto alla nave, una volta recuperata passerà alle assicurazioni che coprono la perdita e andrà all’incanto: riparazione o demolizione le soluzioni, Costa ha un’opzione di acquisto.

I vertici della compagnia intanto avrebbero ricevuto di recente un importante rinnovo di fiducia da Carnival. La casa madre è stata loro vicina fin dal primo momento del naufragio: Micky Arison, il numero uno, ha condiviso telefonate-fiume con il presidente Pierluigi Foschi e ha inviato al Giglio il suo braccio destro, Howard Frank, vicepresidente e capo operativo di Carvival Corp.. «Ce la faremo a superare questo brutto momento», il pensiero del boss. Non potrebbe essere diversamente, se non altro perché Costa, anche sotto il profilo degli utili, in questi anni è stata una gallina dalle uova d’oro per Carnival.

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