Costa Fortuna, la nave della svolta..

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La parola “Fortuna” evoca Las Vegas con i suoi casinò (dove per vincere ce ne vuole tanta), i suoi eccessi e la sua atmosfera rutilante.
Lo sanno bene in Costa; e non per nulla hanno chiamato così la loro prima unità della svolta.
Sì, perché Costa Fortuna è stata la nave della svolta per tanti motivi: per essere stata la prima ad aver superato il limite delle 100.000 tonnellate di stazza lorda; ad essere stata costruita per Costa da un cantiere italiano (Fincantieri), come non accadeva da tanti anni; la prima la cui entrata in servizio ha coinciso con l’inaugurazione del nuovo Palacrociere di Savona, dal significato importantissimo per Costa; la prima ad aver aperto la strada all’impiego di meganavi nel Mediterraneo anche d’inverno.
Insomma, una nave dei primati!
E la sua caratteristica prevalente è data dall’arredamento luccicante, a volte azzardato; trovo quindi azzeccato il nome Fortuna: ricorda Las Vegas!!!

Ma Fortuna non è solo una Las Vegas galleggiante dai mille colori accostati nella maniera più bizzarra (pensiamo alle colonne del grand bar “Conte di Savoia 1932”).
E’ un continuo richiamo, grazie ai decori, ai quadri e ai modelli da cui è arricchita, ai grandi transatlantici italiani del passato.

Lo stesso anno in cui è stata varata (2003), a Genova si tenevano i preparativi per un’importantissima mostra dedicata proprio ai transatlantici italiani del passato. L’evento ebbe un richiamo a livello nazionale.
Per molti fu bello venire a conoscenza delle navi del passato grazie a questa mostra e ritrovare successivamente i principali richiami su questa bella unità.

Biglietto da visita e testimone del compromesso fra il “kitsch” e lo “storico”, tratto congeniale di questa unità, è l’atrio “Costa”.
Formato da neon maculati blu, giallo e verde, è dedicato alle navi Costa degli anni passati: le troviamo in un pannello posto nella parete angolare di fronte agli immancabili ascensori panoramici raffigurante tutte le 26 navi della flotta Costa fino a Fortuna, e nel soffitto del restringimento fra il ponte 5 e il ponte 6 appese nientemeno che a fumaiolo in giù! In entrambe le opere, al centro c’è lei, la regina “Costa Fortuna”.
L’atrio si sviluppa sui ponti 3, 4 e 5: al ponte 3 ci sono una piccola pista da ballo al centro della quale è raffigurata la mitica “C”, e due centri assistenza: uno dedicato all’assistenza in generale, l’altro all’assistenza sugli scali e le escursioni. Al ponte 4, dove si trova la galleria fotografica, ci sono due passeggiate laterali affacciate sulla pista da ballo sottostante. Al ponte 5, sempre composto da due passeggiate laterali affacciate sul ponte 3, ci sono i negozi di bordo. Queste due balconate hanno piccoli salottini formati da poltroncine dorate di tessuto chiaro a piccole righe colorate in rilievo.
Poi una spaccatura verticale lungo la quale scorrono i quattro ascensori panoramici termina qualche ponte più in alto con un bel lucernario, in grado di regalare luce naturale all’atrio durante le ore del giorno.

Dall’atrio, ognuno dei tre ponti conduce al teatro “Rex 1932”.
Il Rex, per chi non lo sapesse, è stato un transatlantico degli anni ’30, passato alla storia per aver fatto conquistare all’Italia il “Nastro azzurro”, una sorta di “mondiale dei transatlantici” di quegli anni che premiava il transatlantico più veloce nella tratta oceanica fra l’Europa e l’America.
Anche qui il miscuglio di kitsch e storia è impressionante e sapientemente mescolato.
A ornare il palcoscenico due colonne a forma di prua nave, esplicito richiamo alla sagoma di prua del Rex.
Ogni tavolino in platea, inoltre, richiama nella sua decorazione questo transatlantico.
Nel corridoio per il teatro troviamo in bella mostra un modellino di questa bella nave, e alle pareti un rilassante dipinto raffigurante la vista sul mare da un’immaginaria imbarcazione.

Lungo i ponti 3, 4 e 5, oltre alla hall e al teatro, ci sono una serie di sale dedicate ai passeggeri, ognuna delle quali porta il nome di un transatlantico italiano del passato. Il richiamo sta nel transatlantico o nel nome in se.

Ed ecco quindi la biblioteca “Galileo Galilei 1963”, non tanto dedicata al transatlantico degli anni ’60, ma all’astronomo toscano; e quindi soffitto arredato da sfere colorate e cerchi raffiguranti il sistema solare coi suoi pianeti e le loro galassie.
Si tratta di una piccola e intima saletta dedicata alla lettura, resa confortevole da grandi poltrone in pelle blu e da un’ampia scelta di volumi in tutte le lingue principali.
Una curiosità: il transatlantico Galileo Galilei è stata la nave gemella della “Guglielmo Marconi”, nave che ha anche operato, fino a qualche anno fa, per Costa Crociere col nome “Costa Riviera”.

Il bar classico “Roma 1926” riporta nell’arredamento caratteristiche dell’omonimo transatlantico.
Il caminetto (finto) di marmo rosso di Verona, è adornato da una gigantesca moneta coniata all’epoca del varo di questo transatlantico. Troviamo questa moneta riprodotta in tutto il locale.
Troviamo inoltre in questa sala un modello del transatlantico e sopra il camino un altro ritratto di questa unità.
Sul soffitto sopra il camino, un ritratto che richiama un salone interno di questa bella nave costruita a Sestri fra le due guerre mondiali.
L’ambiente, dedicato ai fumatori di sigari, è intimo, discreto e raffinato, dominato dai caldi colori dell’oro, del legno e del mare.
Una curiosità sul transatlantico Roma: fu la prima nave al mondo, dopo la gemella Augustus, ad avere una grande piscina esterna con attorno un’ampia zona lido, arredato con sedie a sdraio e ombrelloni colorati.

Il grand bar “Conte di Savoia 1932” è il salone più grande di tutta la nave: misura oltre 1.000 metri quadrati. Sulle maggiori navi Carnival, dalle quali Fortuna deriva, questo spazio è dedicato al casinò, a dimostrazione del fatto che gli americani amano le macchinette, ma noi italiani amiamo maggiormente il ballo!
E’ arredato da poltrone e divani in tessuti colore blu e oro, tavolini in marmo nero, e pareti in seta azzurra completata da cornici dorate, specchi e capitelli sproporzionati rispetto alle colonne.
Completano l’arredamento di questo salone, sparsi un po’ qua e là sotto campane di vetro, pezzi del servizio da tè e da caffè creati per il Conte di Savoia. Inoltre, nelle vetrinette alle pareti, oggetti quali cronometri, binocoli, mappamondi e strumenti per il punto nave.
L’immagine sopra la pista da ballo è una riproduzione di una porzione di affresco della “Battaglia di Levanto” di Palazzo Colonna che decorava un salone simile nel Conte di Savoia.
Una curiosità: il “Conte di Savoia” è stato costruito negli stessi anni del “Rex” (anni ’30).
Erano le due navi portabandiera di quel periodo, e sono state erroneamente definite navi gemelle (pur essendo simili non lo erano, anzi, operavano addirittura per due compagnie differenti).
Ma questa nave, proprio per il discorso del “Nastro Azzurro”, ha vissuto all’ombra della ben più famosa e ricordata “Rex”, anche se strutturalmente è stata più avanzata, in quanto al suo interno era presente un primitivo sistema di antirollio, antenato delle attuali pinne stabilizzatrici. Si trattava di tre enormi girobussole rotanti che con i loro colpi avrebbero dovuto fare da contraccolpo al rollio.
Insomma, se mi permettete una considerazione, mentre il Rex correva a tutta velocità rollando in maniera paurosa (e creando non pochi disagi fra i passeggeri) per ricevere l’ambito premio, il “Conte di Savoia” guardava più al confort dei passeggeri.

Il casinò “Neptunia 1932” è caratterizzato da naiadi e tritoni a soffitto, sagoma del Dio Nettuno ripresa in tutte le colonne luminose, e la sagoma di questo transatlantico serigrafata sugli specchi blu delle pareti.
Una piccola curiosità: il Neptunia, costruito nel 1932, è stato il primo transatlantico in Italia ad avere due sole classi invece di tre, come normalmente avveniva allora.

La discoteca “Vulcania 1932” è sviluppata su due livelli. Il secondo livello è composto da pareti arrotondate in vetro affacciate sul casinò.
E’ caratterizzato da un immenso video a parete e da una scultura in acciaio del Dio Vulcano, riferimento al nome di questo transatlantico.
La nave dalla quale questo ambiente prende il nome è stata, insieme alla gemella Saturnia, la prima nave al mondo dotata di cabine con balcone privato sul mare.

Il piano bar “Conte Rosso 1921” è dedicato, più che all’omonimo transatlantico, al colore rosso, onnipresente nell’arredamento di questa sala.
Il Conte rosso, al quale la nave di riferimento è dedicata, fu Amedeo VII di Savoia, soprannominato così per il colore degli abiti ricevuti in dono dal cugino Carlo VI di Francia in occasione della campagna militare contro gli inglesi.
Unico riferimento alla nave, un paio di dipinti raffiguranti questa unità.
Questa sala si divide in due parti: una più intima e raccolta dove si può ascoltare musica dal vivo, l’altra aperta verso il casinò.

La sala da ballo “Conte Verde 1923” richiama prevalentemente il colore dell’arredamento: il soffitto è infatti verde luminoso, le pareti hanno un marmo verde, le poltrone sono prevalentemente di pelle verde, e disseminati lungo le pareti, lampadari a forma di alberelli verdi sorretti da anfore verdi adagiate su piedistalli ovviamente verdi.
Gli unici richiami alla nave sono questi lampadari ad albero già presenti in questo transatlantico, e due ritratti alle pareti raffiguranti un interno di questa unità, e l’immagine esterna della nave in navigazione.
“Conte Verde” fu il soprannome dato ad Amedeo VI, padre del Conte Rosso, a causa della sua passione per il colore verde, utilizzato sia per i suoi vestiti, sia per addobbare e decorare tutto quanto lo circondava.

Nel salone “Leonardo Da Vinci 1960” predominano i colori oro, rosso e nero.
Alle pareti (questo il richiamo) diverse riproduzioni di opere realizzate dal grande Leonardo, dalla Gioconda fino ai disegni del Codice Atlantico.
E’ un grande salone alternativo al grand bar, disposto a gradoni e col palco non a centro stanza, ma a un lato.
Bella la vetrata con vista poppa, proprio sulla scia della nave.

I ristoranti “Michelangelo 1965” e “Raffaello 1965”, simili fra loro ma posizionati il primo a poppa nave e il secondo a centro nave, sviluppati su due ponti (3 e 4), richiamano nei loro (simili) arredi le opere dei due grandi maestri del Rinascimento: nei soffitti a cassettoni la riproduzione degli affreschi della Cappella Sistina di Michelangelo e delle Stanze Vaticane di Raffaello.
Richiami ai transatlantici Michelangelo e Raffaello sono le riproduzioni della grafica pubblicitaria di questi due transatlantici.
I lampadari circolari in ottone e vetro di Murano hanno i colori giallo e blu di Costa, così come i neon lungo la sala.
Hanno entrambi una scenografica scalinata di collegamento fra i due ponti e al secondo ponte una graziosa balconata affacciata sul ponte sottostante.
Il ristorante Michelangelo ha un elegante atrio dove padroneggia un modellino dell’omonimo transatlantico. Sul soffitto, sempre appesi a fumaiolo in giù come nella hall, una serie di transatlantici italiani d’epoca.

Il buffet-self service “Cristoforo Colombo 1954” è caratterizzato da un grande ritratto del navigatore Cristoforo Colombo, da un modellino dell’omonimo transatlantico e da un modellino in legno del Santa Maria, la caravella usata da Colombo lungo il primo viaggio verso l’America.
Questa sala si sviluppa su due livelli (c’è un terzo livello dedicato al ristorante club, la cui balconata si affaccia sul primo livello del buffet self-service) collegati da una scenografica rampa di scale, ed è illuminata durante il giorno dalle ampie vetrate con vista mare e dal lucernario sovrastante.
Nella sala, fra i tavoli, come delimitatori di zone, mappamondi, e come arredo dei tavoli riproduzioni di cartine geografiche dell’epoca.
Una curiosità: la nave a cui questo ambiente è dedicato è stata la gemella della meno fortunata Andrea Doria.

Il ristorante club “Conte Grande 1927” ha al suo ingesso un modellino del Conte Grande, dal quale prende il nome.
Questo transatlantico operante negli anni ’30 è stato dedicato ad Amedeo V di Savoia, nonno del Conte Verde, ricordato per essere stato un grande guerriero e uomo di potere, e per essersi fatto costruire grandissimi e bellissimi castelli.
L’ambiente è intimo e raccolto, arredato dai caldi colori del legno e da tendaggi rossi.

La zona benessere “Saturnia 1927” , contrariamente alle navi da Concordia in poi, è aperta a tutti.
Un po’ più affollata quindi, ma non troppo: la gente, sapendo di non dover pagare un pass, entra generalmente il tempo necessario per utilizzare le dotazioni, creando un continuo ricambio e poco affollamento.
Con la sua palestra e la sua piscina con idromassaggio affacciate a prua nave, la sua sauna e il suo bagno turco, entrambi con una grande vetrata affacciata sul mare, è a mio avviso stupenda, uno dei tanti fiori all’occhiello di questa magnifica nave.
La nave dalla quale questo ambiente prende il nome è stata, insieme alla gemella Vulcania, la prima nave al mondo dotata di cabine con balcone privato sul mare.

I lidi piscina riprendono i colori e l’arredamento del buffet self-service.
Bella e coreografica la piscina centrale, ad anfiteatro.
Comoda e pratica la piscina di poppa, con copertura semovente, in grado di essere utilizzata anche col brutto tempo.

I 14 ponti dedicati ai passeggeri di questa nave, sono collegati da ascensori e scalinate.
Le porte degli ascensori di questa nave sono decorate con riproduzioni di immagini pubblicitarie d’epoca, riportanti gli interni del Rex.
Le tre scalinate presenti a prua, centro e poppa hanno lo stesso motivo architettonico, ma ognuno con un proprio tema decorativo: lo scalone di prua é dedicato alla vita di bordo dei transatlantici; quello centrale ai celebri navigatori del passato (fra cui Amerigo Vespucci, Cristoforo Colombo e Marco Polo); quello di poppa rappresenta il tema dei porti che danno il nome ai ponti di Costa Fortuna.

Infatti, sempre per rimanere in tema transatlantici, ogni ponte ha il nome di una città di mare caratterizzata dall’essere stata importante in passato come porto di scalo dei principali transatlantici italiani.
Quindi dal ponte 0 al ponte 14 (il ponte 13 non esiste: la gente di mare è superstiziosa!) abbiamo i ponti Montevideo, Rio de Janeiro, Miami, Buenos Aires, Santos, Genova, Lisbona, Caracas, Vigo, Napoli, Barcellona, Cannes, Funchal, Las Palmas.

Interessanti, anche se presi sempre meno di mira dai crocieristi moderni, dediti maggiormente alla vita di bordo invece che alla navigazione turistica, le passeggiate sul mare al ponte 3 e ai ponti superiori.
In particolare si gode di una meravigliosa visuale dal ponte 10 a estrema poppa, proprio sulla scia della nave.
E qui, affacciata verso il mare, sventola la nostra bandiera, ambasciatrice in tutto il mondo di quell’insieme di elementi, dalle capacità alla creatività, alla cui base sta il nostro orgoglio di essere italiani.
Orgoglio rinnovato e consolidato anche ogni volta che vediamo una meraviglia come questa nave solcare con successo e apprezzamento i mari di tutto il mondo, vanto della nostra marineria italiana!


Articolo di: Marco, collaboratore di Liveboat

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